17 anni storia di due ragazze e della mafia che tanto non esiste
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Sinossi:
Siamo in Sicilia, tra gli anni 80 e 90 o forse siamo in un tempo che è solo il tempo della memoria.
Due ragazze adolescenti s’incontrano in un bar, si raccontano nella speranza di ciò che desiderano ardentemente: passione, amore, vita e libertà.
La forza sta nel confronto tra i due mondi delle ragazze: l’una vive all’oscuro di un mondo che la famiglia vuole risparmiarle a tutti i costi, mentre l’altra ne è sommersa e cerca solo il modo per evadere dalla prigione mafiosa in cui è nata.
Purtroppo Graziella e Rita diventano loro malgrado vittime innocenti, legate al sottile filo di un inconsapevole eroismo. Improvvisamente fanno i conti con un tragico destino.
E’ una morte che si vede e non si vede ma esiste in un nome che non si può dire: Mafia.
Una vicenda crudele e tragica che si svolge in una terra animata da mille sfaccettature.
Il fine principale è la riconoscenza a loro dovuta, entrambe simbolo della lotta alla mafia e di una quotidianità spezzata e, oltremodo rubata dagli eventi.
Note di regia
Maria Cutugno da tempo curava l’idea di dare vita drammaturgica a Rita Atria e Graziella Campagna.
Lei siciliana, milanese d’adozione e coetanea delle due ragazze, ha sempre tenuto nel cuore la storia di queste due giovani vite spezzate a 17 anni.
Spinta così da una profonda consapevolezza personale scrive questo testo e, lo sottopone alla lettura amichevole di Jenny Campagna nipote di Graziella che ne apprezza la poeticità e la incoraggia alla ricerca di una possibile messa in scena per dare viva e libera voce a Graziella Campagna e Rita Atria.
Di fatto, nel testo è forte il rimando alla vita delle due adolescenti in cerca di normalità e spensieratezza che si raccontano cercando l’una nell’altra conforto e complicità.
Sottilmente presenti le figure di Pietro Campagna, giovane carabiniere e fratello di Graziella che la trova trucidata da cinque colpi di fucile a canne mozze; Piera Aiello testimone di mafia e cognata di Rita Atria, Paolo Borsellino e perfino Salvatore.
Il linguaggio oscilla tra elementi di puro racconto storico dei fatti ed elementi teatrali e drammaturgici di forte impatto emotivo.
Il testo è studiato per essere messo in scena coniugando la forma teatrale pura a un linguaggio video teatrale che asseconda gli spazi fisici in cui verrà fruito dal pubblico.
Credits:
Drammaturgia e regia: Maria Cutugno
Attrici: Antonella Marrone e Alessandra Viganò
Performer in video: Alessandra Verona
Audio Luci e Fotografia: Alessandra Berzoini
Montaggio video: Eros Brancaleon
Codice opera SIAE: 941610A
Tipologia: Progetto Teatrale – legalità e consapevolezza storico sociale